L’evoluzione della casa è uno dei temi più stimolanti per comprendere il cambiamento culturale di una popolazione.

Il concetto di casa costruita nasce in epoca preistorica ed in particolar modo con il passaggio da nomadismo a sedentarietà. Con la scelta di un luogo stabile in cui vivere, cresceva la necessità di sostituire il riparo naturale della caverna con un rifugio più sicuro che difendesse da intemperie e attacchi di animali.

Le prime abitazioni di paglia e fango avevano generalmente la forma di capanna. Ma non mancavano strutture a palafitta in ambienti umidi o su laghi e fiumi. In alcune zone, sin dall’antichità, si costruiva con l’ausilio della pietra. Esempi di questo tipo di casa sono i Nuraghi sardi risalenti al II millennio a.C.

Di rilevante importanza, in tema di edilizia, fu l’invenzione del mattone ad opera degli Egizi e diffusasi in breve tempo presso altre zone e culture.

Gli antichi Greci costruivano case con basamenti in pietra, alzati in mattoni e tetti con tegole. Normalmente gli ambienti avevano forma rettangolare ed erano privi di finestre.

L’evoluzione della casa continua in epoca romana dove era possibile distinguere due principali tipologie di abitazioni. Le insule: costituite da più piani sovrapposti (generalmente con il piano terra occupato da negozi e botteghe artigianali). E le domoi: ampie case con tante stanze che affacciavano su uno o più cortili interni. Gli atrii erano muniti di una vasca rettangolare (impluvium) per la raccolta di acque piovane.

Contestualmente, diventava sempre più frequente il desiderio di decorare l’ambiente domestico. Si iniziava a rivestire le pareti di gesso ed affrescarle con colori vivaci.

Pian piano alla funzione di riparo se ne aggiunse un’altra. La casa iniziava ad avere un vero e proprio significato sociale ed identificativo della condizione economico-politica della famiglia che ci viveva.

Nelle case medievali la distinzione fra classi sociali fu sempre più evidente. In Occidente nacquero i castelli e le case-torri. La casa diventava una vera e propria struttura difensiva oltre che simbolo del dominio del signorotto sulla popolazione locale che continuava ad abitare in capanne o baracche di legno.

Le strutture abitative continuarono ad evolversi e cambiare nei secoli successivi. In epoca rinascimentale nacquero gli splendidi palazzi nobiliari che tuttora decorano i centri storici delle città. Ed in età barocca i grandi sovrani d’Europa diedero il via alla costruzione di imponenti regge, famose soprattutto per gli ampi giardini.

Nei tempi moderni, con la crescita demografica e la rivoluzione industriale, le esigenze in tema di case cambiarono ancora. Nascevano le case operaie, alloggi in serie di facile costruzione e senza pretese stilistiche. A questo si aggiunga la scoperta di nuovi materiali edilizi come il cemento o l’acciaio.

Inutile sottolineare che all’evoluzione della casa nel tempo va ad aggiungersi la varietà degli ambienti domestici nelle diverse parti del mondo. Si pensi agli iglù nelle zone polari, alla lineare architettura delle case giapponesi o al riyāḍ marocchino.

L’eterogeneità delle abitazioni continua tuttora. Fattori culturali ed ambientali condizionano notevolmente l’architettura domestica. La mancanza di spazio nelle grandi città ha portato alla nascita dei grattacieli e le nuove esperienze in ambito di design e progettazione hanno favorito la nascita di abitazioni fuori dal comune. Sembrerà bizzarro ma esistono case a forma di scarpa, case galleggianti, case sugli alberi o costruite sottosopra.

In particolar modo in questa fase storica conoscere la storia dell’evoluzione della casa può portare ad un interessante spunto di riflessione. Con il tempo il concetto di alloggio come luogo di protezione si è trasformato in qualcosa di più complesso. Non solo un riparo ma un posto dove coltivare affetti, hobbies e persino un luogo dove divertirsi. La reclusione da quarantena potrebbe aiutarci a rivalutare rapporto con il luogo in cui viviamo. E a dar meno per scontato quanto questo sia importante.

Maria Luisa Ancona

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