Le piante occupano mediamente il 30% dell’area verde,fanno bello ed armonioso un giardino, in alcuni casi il giardino non esiste veramente fino a quando non sono cresciute.

La vasta gamma di piante disponibili sul mercato può disorientarci, in questa fase e bene farsi consigliare da un giardiniere esperto che ci indichi le piante idonee al nostro clima terreno e insolazione,dando la nota stilistica che più s’addice al utente finale.

Quale stile avrà il nostro giardino,questo dipende dal nostro gusto personale dalle variabili pedoclimatiche,possiamo esaminare due macro categorie stile formale e stile informale.

Un giardino realizzato in stile formale utilizza una mirata selezione di piante simili in grande quantità,inserite nell’area verde in moda da dare ordine e rigore,definendo linee architettoniche quasi fisse e spigolarli.

Il giardino formale riflette un immagine di simmetria d’ordine e precisione che imprime un controllo delle linee,dando alle piante la funzione di elementi strutturali quasi fissi, la corretta manutenzione lo rende bello in estate ed estremamente interessante in inverno e proprio in questa stagione le linee rigide e semplici risaltano nella assonata luce solare.

Progettare un giardino in stile formale pone limiti di inserimento,l’effetto formale si ottiene ripetendo la collocazione della stessa specie arborea in gruppi regolari o in doppie linee a formare forme ben definite.

Forme di scultura in un giardino formale

Inserendo nel nostro giardino due o più stili di forma come ad esempio la scultura topiaria vicino a forme libere,questi elementi fluidi nello spazio sagomato del giardino formale otterremo un netto contrasto di modulazione dell’effetto percettivo dello spazio.

Nel corso delle stagioni l’impatto prodotto andrà ad attenuandosi dando vita nuovi aspetti,in fase progettuale possibile dividere il giardino in due parti distinte,con la giustapposizione stilistica offriremo al visitatore un percorso ricco di sorprese .

Il giardino in stile informale

La Realizzazione di un giardino informale ci permette di inserire una vasta gamma di piante,cespugli ,arbusti,annuali ed erbacee perenni,amalgamando queste specie con perizia si ottengono effeti estremante decorativi ed inconsueti.

Nel giardino informale l’effetto mescolanza casuale di specie arboree differenti,ci permette creare un ambiente a schema naturale ,il progetto si basa su linee di valorizzazione del verde esistente seguendo parametri falsamente casuali.

L’equilibrio è la parola chiave di questo giardino ,le piante non devono essere tutte differenti tra loro,ma vanno inserite rispettando una chiave numerica quantitativa e qualititiva in modo da non indebolire il desegno generale.

Una volta individuate le piante che volete conservare dal precedente impianto,inserite le nuove, tenendo conto delle specifiche evolutive e dei gruppi cromatici.

Giardini in stile ‘gardenesque’

Lo stile di progettazione dei giardini detto ‘gardenesque’ per i giardini inglesi si sviluppò a partire dagli anni ’20 del XIX secolo a partire dallo stile “pittoresco” di Humphrey Repton detto anche stile ‘Mixed’, in particolare grazie alla promozione che ne fece J. C. Loudon, inventore del termine.

In un progetto in stile ‘gardenesque’, ogni albero, ogni cespuglio ogni pianta è posizionata e curata in modo da enfatizzarne ogni potenzialità.

Con l’espandersi della botanica come un’adeguata occupazione per gli intellettuali, il Gardenesque tende a enfatizzare le curiosità botaniche e l’approccio del collezionista. Nuove specie che sarebbero sembrate bizzarre e aliene nei primi giardini, vi trovano posto: l’erba della Pampa dall’Argentina e Monkey-puzzle trees. Winding paths linked scattered plantings. L’approccio Gardenesque porta alla creazione di paesaggi a piccola scala, dotted with features e vignettes, per promuovere la bellezza del dettaglio, la varietà e il mistero, talvolta a detrimento della coerenza. Artificial mounds helped to stage groupings of shrubs, e island beds became prominent features.

Giardini “Naturali” e “Herbaceous borders”

I libri di William Robinson descrive il suo giardino “naturale” a Gravetye Manor nel Sussex, e l’immagine sentimentale di un “cottage garden” roseo, idealizzato come quello descritto da Kate Greenaway, che storicamente forse non è mai esistito, entrambi influenzati dallo sviluppo dei “mixed herbaceous borders” di Gertrude Jekyll nel 1890. La sua costruzione, che unisce cespugli con piante annuali e perenni e bulbi in letti profondi tra strutture più formali come terrazze e scalini disegnati da Edwin Lutyens, pone il modello del giardino di lusso fino alla Seconda guerra mondiale. Il giardino di Vita Sackville-West a Sissinghurst Castle nel Kent è il giardino più famoso e influente dell’ultimo sbocciare dello stile romantico, pubblicizzato dallo stesso giardiniere nella pagina del giardinaggio del The Observer. Nell’ultimo quarto del XX secolo, i giardini naturali, meno strutturati enfatizzano il disegno ecologico di tali giardini utilizzando piante autoctone.

Il giardino naturale (chiamato anche Giardino ecologico) è il risultato di un particolare stile di giardinaggio, basato sull’uso della flora autoctona, la ricostituzione di una vegetazione naturale, e il rispetto, fin dove è possibile, di tutte le componenti dell’ecosistema così realizzato.

Il giardino naturale è correlato al giardino a bassa manutenzione, con cui condivide l’efficiente sfruttamento di dinamiche naturali, con conseguente riduzione degli interventi colturali; se ne differenzia per l’uso della flora autoctona e per un più rigoroso rispetto delle forme di vita animale.

L’idea del giardino naturale si basa da un lato sulla sensazione crescente che gli ambienti naturali siano un bene ormai raro e gravemente minacciato, dall’altro su una più profonda consapevolezza dell’impatto quasi sempre negativo delle azioni umane – qualsiasi azione, anche quelle che costituiscono la “cura” del giardino – su equilibri di grande complessità, solo in parte conosciuti.

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